
AUTUNNO: equinozio di pace
In un tempo come il nostro, attraversato da conflitti e tensioni in tante parti del mondo, la ricerca di pace sembra più urgente che mai. È in questa cornice che risuonano le parole di Giuseppe Ungaretti, scritte oltre un secolo fa, quando la guerra devastava l’Europa:
“Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie.”
(Giuseppe Ungaretti, “Soldati”, 1918)
Poche parole, e dentro c’è tutta la fragilità della vita. Ungaretti le scrisse in trincea, durante la Prima guerra mondiale, quando ogni istante poteva essere l’ultimo. L’immagine delle foglie sospese ci parla ancora oggi: vite precarie, equilibri fragili, la necessità di proteggere ciò che è prezioso.
Ma l’autunno, non è solo caduta. È anche raccolta: i grappoli d’uva che riempiono le ceste, le mele che profumano di sole, le castagne che scaldano le mani. La natura ci ricorda che, anche quando le foglie si staccano, la vita continua a nutrirci con i suoi frutti.
Quando l’estate cede il passo all’autunno – l’equinozio d’autunno, appunto – luce e buio si incontrano in perfetto equilibrio. È un invito silenzioso della natura a rallentare, riflettere, ritrovare un centro e riscoprire cosa conta davvero.
Forse non è un caso che il 21 settembre, si celebri la Giornata Internazionale della Pace. Istituita dall’ONU, è un appello globale a fermarsi, a costruire ponti, a cercare equilibrio là dove prevalgono i conflitti. La pace, come l’equinozio, è un punto di armonia tra forze opposte.
L’autunno ci invita a lasciar andare ciò che appesantisce: rancori, paure, vecchie ferite. Ci ricorda che ogni caduta porta con sé un seme, e che anche dopo il silenzio dell’inverno c’è sempre una rinascita.
In questo tempo sospeso tra memoria e speranza, impariamo a custodire la pace dentro di noi. Perché, se impariamo a coltivarla nel cuore, il vento dell’autunno potrà portarci non solo foglie che cadono, ma anche frutti di vita nuova.
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