(Soprav)vivereSOPRAVVIVERE ALL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE
sopravvivere all'intelligenza artificiale

Come sopravvivere all’intelligenza artificiale? Fino a ieri sera non avevo ancora definito una mia posizione o almeno un mio pensiero. Era per me una delle cose futuribili sotto controllo, che forse avrà delle conseguenze totalizzanti ma tutto sommato non imminente e soprattutto con la speranza che la questione venga gestita bene.

Ma ieri sera ho capito che è già, non sarà, e che potrebbe rendere la massa degli esseri umani spaventosamente inutile oppure spaventosamente efficiente e quindi in un certo senso disumana. Mi viene in mente Frankenstein di Mary Shelly dove si gioca a fare il dio creatore. Leggo Y. N. Harari dichiarare che la biomedicina e l’intelligenza artificiale sono le due sfide dell’umanità. Ora le macchine non “aiutano” il lavoro ripetitivo ma con il self learningsuperano se non altro in tempistica la creatività dell’essere umano. E non è finita qui. La differenza fra macchine ed esseri umani è/era il mondo emozionale. Ma sembra che anche gli “algoritmi” che muovono le emozioni siano in pericolo. Si arriverà veramente a bere acqua credendo che sia champagne? Per S. Fetsch non è solo un’ipotesi.

E questa mattina mi sono svegliata con l’angoscia. Qualche lacrima è pure finita nella tazza a diluire il tea al gelsomino. Ma indagherò oltre per informarmi in modo più oggettivo possibile. Eppure, com’è possibile essere sconvolta dopo avere trascorso una piacevole serata in compagnia?

Presto detto. Un amico, fotografo di professione, mi ha fatto una domanda che mi ha cambiato la visuale del mondo. Mi ha chiesto se uso una certa app di AI. Ho risposto con la faccia da imbecille. Ma come, si usa pure per la scrittura creativa? Ho pensato a Mascardi, il fotografo italiano delle più importanti campagne pubblicitarie degli anni ’80 e ’90, con cui ho avuto il piacere di lavorare. Ho pensato a me stessa e ai contratti che si firmano con gli editori in cui dichiari che la tua è un’opera inedita.

Ma cosa mi ha scioccata di più? Vedere il mio amico prendere il suo smartphone e tramite la app creare in secondi dei testi bellissimi da accompagnare alle sue foto. Come? Semplicemente ordinando alla app di creare una storia per vendere la sua foto a milionario/a Sì, pure questo criterio tra gli altri! Il risultato? Un testo breve oggettivamente scritto meravigliosamente. E mi è caduto il mondo addosso assieme a lacrime amare di sgomento.

Ho pensato ai giocatori di scacchi. Vi ricordate le partite con i russi che vincevano sempre? Bene sono stati sostituiti dalle partite di IBM contro GOOGLE. Al tempo non mi ero scandalizzata più di tanto. Ma ora, che le macchine siano più brave degli esseri umani nella creatività, beh è uno shock troppo forte da reggere. Quanta fatica emozionale, intellettuale e fisica spazzata via!

Cosa direbbero i miei insegnanti di sceneggiatura? Cosa direbbe Randall Wallace? È uno che ha vinto l’Oscar, mica l’ultimo arrivato! Ebbene, a lezione ci ha raccontato la sua giornata lavorativa. Lui scrive una pagina al giorno. Quest’app può scrivere un libro (e più) al giorno, e pure bene!

Allora, forse, bisognerebbe rivedere significato e definizione di alcune parole come “creatività”, “inedito” e soprattutto “intelligenza”.

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Sed ut perspiciatis unde omnis das ist wirklich iste natus.