I am Angela MariaPallamano e Passione
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Pallamano e passione: l’eredità del Prof. Cav. Angelo Marchetti alla sua città di Rovereto.

Fine anni ’60 del ‘900: periodo in cui la pallamano sbocciò anche a Rovereto e io finii per ereditare il “padre” di questo sport.  Già, perché la mia infanzia è stata impregnata dalla pallamano. Alias, da quando il prof. Angelo Marchetti, un giovane insegnante di educazione fisica – prima supplente itinerante e poi docente al liceo “A. Rosmini” – tra un supplizio e l’altro, riuscì a far accogliere questo sport. Così, con una visione quasi profetica, ottenne il benestare dal Provveditore agli Studi per «la costituzione della sezione speciale pallamano» e i suoi studenti ebbero il privilegio di immergersi in questo nuovo gioco avvincente. Ecco quindi, il punto di partenza della nostra avventura pallamanista cittadina.

All’interno dello scatolone “pallamano” di casa, leggo una lettera del 1967 del comitato Handball Pallamano di Roma. Ringraziano mio padre per la sua attività pionieristica consigliando di «limitarsi a tornei locali addestrativi, per dare alle squadre il tempo di affinarsi tecnicamente.» Ma già l’anno successivo, la provincia di Trento poteva contare una cinquantina di squadre «reclutate nell’ambiente scolastico», come spiega l’articolo “La pallamano, sport sconosciuto”, datato 11 aprile 1968 e pubblicato sul giornale locale.

Seguirono anni di febbrile attività: insegnamenti, stage, corsi per istruttori e arbitri, tornei per i ragazzi, la partecipazione ai Giochi della Gioventù e il battesimo di fuoco nel torneo studentesco internazionale. Il tutto non solo per forgiare atleti, ma anche per avvicinare l’intera cittadinanza di Rovereto alla pallamano. Infatti, trovo una lettera dell’Azienda Autonoma Turismo Rovereto del 1969, che ringrazia mio padre per il riconoscimento dato durante uno di questi eventi «facendo conoscere al pubblico roveretano uno sport entusiasmante e brioso.»

Ma, pur senza dimenticare la palestra di via S. G. Bosco, vogliamo parlare dell’Oratorio Rosmini? Quel mitico campo asfaltato dove tutto ha avuto inizio? Ancora oggi, passando lì vicino, sorrido pensando a quanto mio padre fosse soddisfatto nel vedere ragazzi e ragazze (non dimentichiamo la squadra femminile!) innamorarsi dello sport e dei suoi valori piuttosto che «avere strani grilli per la testa».

Tra gli appunti di mio padre, leggo che la pallamano affina l’intuizione, la resistenza, lo scatto; promuove «la solidarietà di gruppo, diventa scuola di coraggio. Il pigro, il prepotente, lo spavaldo, il timido acquistano personalità e controllo in quanto l’esercizio fisico e quello agonistico obbligano all’applicazione razionale, al controllo, alla logica e all’ardimento.»

Perché, alla fine, Angelo era una persona genuina e il prof. Angelo Marchetti era un promotore e pioniere della persona attraverso lo sport della pallamano. Poi era anche allenatore, arbitro, vicepresidente di squadra, coordinatore di educazione fisica, delegato regionale, membro del comitato promotore della F.I.G.H., consigliere federale, membro del CONI, cavaliere della Repubblica ai benemeriti della cultura. Già, perché, secondo lui, lo sport è anche cultura, quella della vita.

Mentre scrivo, risuona ancora nelle mie orecchie il clicchettio della sua macchina da scrivere, con i fogli che, ad ogni errore, finivano nel cestino. Quelli erano tempi in cui gli errori si dovevano rielaborare a mano, senza correttori automatici o funzioni “copia e incolla”, tutto era in originale.

E poi ci sono le vacanze di famiglia a Umago, dove, circondata da giganti che parlavano strano e maneggiavano un pallone appiccicaticcio, mi sentivo “costretta” sulle rive di un mare senza spiaggia anziché giocare con la sabbia assieme a mia sorella.

A Rovereto, però, avevamo il privilegio di vedere dal balcone di casa le partite giocate al campo Baratieri. Coincidenza o destino? Comunque sia, quel balcone oltre ad essere il nostro “palchetto privé” era diventato la zona lavanderia della squadra. I vicini sapevano delle attività della pallamano roveretana in base al bucato di mamma.

La pallamano, trasformatasi da sport sconosciuto a parte integrante delle discipline del CONI, deve molto a tutti coloro che, come mio padre (supportato da mamma), hanno promosso in modo pionieristico questo gioco forgiando futuri campioni.

Ringrazio mio padre per avere creduto nel valore dello sport e per avere trasformato un gruppo di amici in una squadra di campioni. La squadra del G. S. ROSMINI, infatti, nel 1974 è diventata Campione d’Italia vincendo il primo scudetto roveretano di pallamano.

Dopo quel trionfo, con la stagione successiva e il cambio di nome in H. C. Volani, si concluse l’era pionieristica. La fase della promozione era arrivata ormai all’apice professionale. Ci furono passaggi di testimone e l’uscita di mio padre, benché silenziosa, rimane un gesto di grande dignità.

Oggi, mia sorella Laura ed io ringraziamo coloro che hanno scelto di onorare la memoria di nostro padre intitolandogli il palazzetto dello sport di Rovereto. Un tributo ad Angelo, il papà della pallamano cittadina.

by am

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Sed ut perspiciatis unde omnis das ist wirklich iste natus.