(Soprav)vivereLA NEVE “UMANA”
la neve "umana"

Il titolo LA NEVE “UMANA” suggerisce un post “sentimentale”. Ma le nevicate di questi giorni in realtà mi fanno riflettere sulla neve naturale vs quella artificiale ad ogni costo.
Sottolineo “ad ogni costo”, perché da sciatrice posso solo complimentarmi con la scienza per avere inventato i fiocchi “umani”. Inoltre, sono assolutamente cosciente di tutta la sfera economico e sociale che ruota attorno al mondo dello sci. 
Ma non posso non pormi domande quando vedo l’accanimento di spendere soldi pubblici per volere sciare a tutti costi a quote basse. Nessuno ha informato questi geni che siamo nel bel mezzo di un riscaldamento globale? Non hanno notato che a fianco della pista ci sono vigneti? Ma servono proprio due impianti di risalita per un’unica pista, breve e non “competitiva”? E come la mettiamo con i costi energetici e il consumo d’acqua?
Anche se un mega freezer è in grado di produrre neve a dieci gradi (anzi ghiaccio tipo granita) la scienza della Terra ci dice che sopra lo zero il ghiaccio si scioglie. E se non si scioglie allora mi viene il dubbio che ci siano “diavolerie” che magari inquinano il terreno. Non ho abbastanza conoscenza per discutere sull’impatto ambientale quindi mi fermo qui.
Ma mi pongo un altro dubbio. Forse la volontà è quella di togliere sciatori giovani e principianti dalle piste di località limitrofe più famose per non “disturbare le sciate dei ricchi”?
Ma allora, se abbiamo da sperperare soldi facciamolo in modo che vadano a buon fine le tasse dei cittadini. Costruiamo a bassa quota delle piste al chiuso, in modo da essere sicuri che il sistema artificiale funzioni! Lo so, idea oscena per chi come me è abituata alla montagna. Allora cerchiamo altre superfici sciabili come l’atleta Candide Thovex che se ne va in giro per il mondo a sciare sull’erba, sulle dune di sabbia, sulla muraglia cinese, sull’acqua o nella foresta.
Al di là di ogni possibile provocazione, e ben cosciente di cosa significhi economicamente la macchina dello sci, quello che vorrei è la presa di coscienza di una situazione climatica in evoluzione. Mi aspetto un’adeguata azione politica nel promuovere e selezionare spese milionarie dove e quando sono effettivamente utili per la comunità e non per miope orgoglio.
Capisco che la neve artificiale a quote elevate sia la necessaria sopravvivenza per integrare le nevicate e a volte salvare stagioni sciistiche. Per carità bisogna soppesare ogni aspetto della faccenda. Ma ritengo sia al limite della pazzia finanziare milioni pubblici per ampliare piste e/o costruire nuovi impianti a basse quote. Qui il freddo e la neve già da anni sono più limitati in intensità e durata. E non è la nevicata “miracolosa” di un paio di giorni a risolvere il problema ma la presa di coscienza della realtà.

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