(Soprav)vivereCAPELLI DI SPERANZA
capelli e trecce di speranza e solidarietà

Come possono dei capelli in un salone di bellezza diventare oggetto di speranza e solidarietà? Oggi una ragazza me lo ha dimostrato con silente umiltà.

Da giovane, ammetto, ho frequentato molto poco i parrucchieri. Mia madre, forse con un pizzico d’invidia, continuava a dirmi che non ne avevo bisogno, perché avevo il dono della giovinezza e della bellezza naturale. Da parte mia, con capelli ricci e lunghi, condividevo l’idea della chioma selvaggia stile leonessa. Ma negli anni, la bellezza della gioventù ha fatto il suo decorso e ora frequento regolarmente il “salone di bellezza” alias il parrucchiere.

Essendo cresciuta con la serie “Happy Days”, questo luogo me lo sono sempre immaginato come tana delle chiacchiere “leggere”, covo di pettegolezzi e cassa sonora delle news di quartiere. In realtà, anche da adulta mi capita di sentire espressioni del tipo “giornale da parrucchiera”. Ebbene, oggi ho assistito ad una lezione di vita, che ha cancellato tutto ciò.

Mentre aspettavo che la tinta facesse il suo effetto sulla mia ricrescita, vedo entrare una ragazza con una treccia di capelli lunghissimi (uso il superlativo perché più lunghi dei miei), folti, sani e robusti. Con sguardo sereno e imbarazzato informa il parrucchiere che sono già lavati. Ho pensato fosse una sposina che fosse lì per le prove di acconciatura. Ma l’atmosfera creata e le parole del parrucchiere mi hanno fatto “girare” le orecchie per ascoltare e capire meglio.

“Sarebbe meglio fare due trecce e non solo una” dice il parrucchiere. “Con i tuoi capelli puoi rendere felice due persone anziché una”. E a quel punto non ho potuto esimermi dal chiedere cosa stesse succedendo.

Quella ragazza stava donando i suoi capelli ad un’associazione che realizza parrucche. I suoi capelli saranno indossati da quelle donne, che causa tumore al seno si vedono costrette ad affrontare terapie che portano via i loro capelli, che alterano la loro femminilità esteriore.

I miei occhi hanno fissato quella cascata di capelli che veniva legata in due trecce di speranza e solidarietà. Speranza di rinnovata forza e bellezza, solidarietà del cuore, che con coraggio ha condiviso con un’altra donna la propria bellezza e femminilità.

Chapeau! (scritto senza ironia).

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Sed ut perspiciatis unde omnis das ist wirklich iste natus.