I am KinoIL DESERTO ESISTENZIALE
il deserto esistenziale

Il deserto esistenziale, esperienza che mi ha fatto capire Padre Kino e la sua essenza come persona e come missionario. Qui sono a cavallo nel deserto dei Saguari Giganti a sud di Tucson, città sorta dalla missione di San Xavier del Bac fondata da Kino a fine Seicento.
Da quell’altezza il mondo appare da un’altra prospettiva. La visione è più ampia e ti senti protetto rispetto ai serpenti letali che scivolano nascondendosi tra rovi e saguari. Strisciano sul terreno bollente per il sole durante il giorno, che si tramuta in freddo giaciglio nelle notti stellate. Ti guardi attorno e vedi il nulla, o meglio una natura arida, un luogo al limite tra la morte e una vita misteriosa.
Non a caso esiste tutta una simbologia del deserto riportata da varie culture e religioni. Oltre alla morte essa contempla il concetto di vita, di rinascita, di esperienza trascendentale oltre che fisica. Basti pensare a Gesù che si ritirava nel deserto per pregare, agli ebrei che camminarono nel deserto prima di entrare nella terra promessa ma anche al concetto di vacuità buddista.
E sì, perché nel “vuoto” si scopre la vita, si scopre quanto sia preziosa l’esistenza. Nel deserto i vivi lo sono davvero. Il deserto è un paesaggio e passaggio arido legato alla morte, all’esaurirsi di una situazione ormai giunta al termine. Rimane solo ciò che conta davvero per la sopravvivenza fisica e spirituale. Il deserto non è la meta, il deserto esistenziale è il luogo della spogliazione del superfluo, del percorso necessario per risettarsi prima della rinascita. Nel deserto l’uomo capisce i suoi limiti, entra in contatto con il più profondo sé e con forze che trascendono dal sé.
Come ricordo in un video registrato a cura della Fondazione Cassa Rurale Val di Non, nel deserto del Nuovo Mondo il gesuita trentino Eusebio diventa il missionario Francesco. Qui Kino trasforma la sua vocazione nella propria missione autentica. Tutto ad majorem Dei gloriam, come recita il motto dei gesuiti e come ricorda lui stesso nel titolo del suo diario Favores Celestiales.

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