(Soprav)viverePER PARTITO PRESO
per partito preso

La locuzione “per partito preso” è decisamente da rivedere nel suo significato se si ascoltano le affermazioni di certi politici in cerca di poltrona.

Secondo la Treccani, tale espressione significa: “in base a decisioni predeterminate indipendentemente da considerazioni obiettive” oppure “restare fermo, puntigliosamente, in una convinzione” o ancora “caparbia ostinazione nel sostenere un’idea o nel tenere un comportamento”.  Bene, la realtà ci presenta sempre più spesso, però, cambi di bandiera o visioni talmente allargate da unire gli opposti. Per carità, potenzialmente potrebbe essere la massima espressione di democrazia pacifica in quanto, alla fine, scopriremmo che vogliamo le stesse cose sotto la superficie colorata in modo diverso.

Comunque, perché sto riflettendo sul significato di “per partito preso”? Perché ho ascoltato la trasmissione “Am Runden Tisch di Rai Südtirol, partecipata da alcuni neoeletti delle elezioni regionali. Avrei gradito ci fosse un programma simile anche in Trentino, ma qui erano troppo presi dai festeggiamenti.

Capiamoci, questo è solo un esempio di quello che sembra essere diventata una moda a livello locale, nazionale e anche oltre. Quello che ho trovato sbalorditivo è che il partito secessionista estremista – che ha raddoppiato i seggi – pur di entrare a governare accetterebbe che nella coalizione ci sia il partito più “nazionale” d’Italia. Dov’è finita la coerenza? Vuoi andartene dall’Italia o allearti con i nazionalisti? Ad onore del vero mi è piaciuto che la motivazione fosse “dipende dal programma proposto”. Anche se spesso si vince senza avere detto ai cittadini cosa si intende fare. Ma allora c’è qualche cosa che non quadra.

Come fare, inoltre, a non notare che sempre più partiti, anche al governo, hanno volti anziché simboli, nomi propri anziché nomi comuni o di fantasia? Partito o persona? Partito o programma? Il partito non identifica più una “caparbia ostinazione nel sostenere un’idea o nel tenere un comportamento”. Troppi cambi di bandiera, troppi accordi forzati. E questo, il popolo, pur inconsciamente lo percepisce. E, quindi, agisce di conseguenza per porre rimedio alla sensazione di confusione e mancanza di coerenza, che si trasforma in terra mobile sotto i piedi. Dove sono le certezze di cui tutti noi abbiamo bisogno?

Se si osserva bene, i voti si conquistano attraverso posizioni su singole tematiche, che sono condivise spesso addirittura da partiti di posizioni diverse se non estreme. Vogliamo parlare anche di accordi e coalizioni sempre più allargate e naïve? D’altra parte, non possono che rispecchiare l’assetto della società, delle comunità, delle famiglie, che aumenta la rosa delle opzioni in nome della libertà. Speriamo di non arrivare a Babele!

Per riassumere, se si punta a programmi e singole persone piuttosto che al partito in sé allora si dovrebbe dire “per persona presa” anziché “per partito preso”.

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