caro preside

Caro Preside prof. Livio Caffieri, scusami se non ho avuto quel maledetto tempo per venire a ringraziarti di persona. Le giornate, le settimane, i mesi e gli anni passano nella corsa del fare e non ho messo te tra le mie priorità. Ora il GRAZIE che volevo dirti guardando i tuoi occhi generosi, lo devo urlare al cielo, al tuo spirito nella speranza che tu possa sentirmi. Caro Preside, ti immagino fluttuare da un corpo ormai freddo di morte a un soffio energetico ed eternamente luminoso.
Scusa se mi permetto di darti del tu, di persona non ci sarei riuscita. Troppo è il rispetto che ho ancora dopo decenni per quel Preside che ha saputo essere autorevole, giusto e forgiare dei giovani accompagnandoli nelle difficoltà. Sì, perché la scuola di oggi le difficoltà le toglie anziché excitare ingenia. Troppo spesso l’insegnante statale è sempre più o un assistente sociale o un burattino schiacciato dal sistema. E il preside, pardon il dirigente scolastico, è sempre meno preside (appunto!) e sempre più amministratore (aimè, spesso senza formazione e/o esperienza). Grazie a te, invece, per avere avuto l’intelligenza e la conoscenza di accompagnare generazioni di studenti liceali ad una formazione non solo a livello culturale ma anche umana e di gestione della propria vita.
Se sono chi sono, lo devo anche a te. Lo devo alla tua lungimiranza a prenderti il rischio di organizzare per noi studenti lo Schulaustausch (scambio alunni) con la Germania, quando l’Unione Europea non esisteva ancora e al Brennero c’era il controllo documenti. Quando ci portavano a vedere il confine tra le due Germanie e quando prima di partire si andava in banca a cambiare la lira per i marchi.
Tu triestino di nascita ben sapevi l’importanza di forgiare una gioventù che avesse una mentalità internazionale. Caro Preside, grazie per avere insegnato ad avere amicizie con popoli “stranieri” per creare l’abitudine alla comunità. Ovunque tu sia, devi sapere che ci sei riuscito.
Tutti noi ti ricordiamo ogni mattina nell’atrio della scuola ben vigile e sempre presente. Oggi probabilmente gli studenti si sentirebbero privati di non so quale libertà, noi ti temevamo è vero ma era bello vedere che tu c’eri, per noi, sempre.

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Sed ut perspiciatis unde omnis das ist wirklich iste natus.