I am Angela MariaHALEAKALA, COPERTA DI STELLE
haleakala coperta di stelle

Night#2

Il moonwalk è finito. Ora, caro Haleakala, mi preparo alla tua coperta di stelle. Ma prima che cali l’ombra oscura della notte devo recuperare la legna per il fuoco della sera e il caldo della notte.

Stamani ho riflettuto sul valore dell’acqua. Stasera ho rivalutato il fuoco, il suo calore vitale. Rifletto sulla luce che dona per bucare il buio, sul caldo per abbracciare i nostri corpi. Penso agli uomini primitivi, alla loro vita breve e intensa segnata dalla sopravvivenza della vita. Non so se ce la farei a vivere quella vita, ad essere una donna del paleolitico. Comunque, non avrei avuto altra scelta.

Torniamo ad oggi. Sono pronta per la notte. Un topolino scodinzola attorno. Non so se è un buon segno. Comunque, un mini-show di stelle non me lo perdo certo per colpa di un topo. Prendo il sacco a pelo e con tutti i vestiti addosso mi sdraio a occhi in su. La cupola del cielo stasera è completamente diversa da quella di ieri. Ora sto guardando verso est, ieri guardavo verso nord. Nel centro della coppa che mi sovrasta c’è una stella (o è forse un pianeta?), che ha una luminosità sorprendente. Tutto attorno a questo punto di luce intensa c’è una spirale magica, una miriade di luci che si snodano fino all’orizzonte non percepibile dal mio smartphone. Meraviglia dell’universo, magia della natura. Ed io? Mi sento come una formica mignon che non capisce bene quale ruolo ha in tutto questo infinito senso di divina magia.

La realtà mi ripiomba addosso. Un altro topolino (o forse è lo stesso di prima?) mi corre davanti all’orizzonte terrestre. Devo controllare che il fuoco non si spenga. Guardo l’ombra nera della parete del bordo del cratere che cade a picco su di me. Non so se sentirmi protetta o minacciata e una certa ansia mi assale quando vedo delle luci brillare. Non sono stelle, sono sulla sommità della parete di roccia. Forse qualche turista o ranger che ha fatto tardi? Ammetto che per un attimo ho pensato alla teoria degli alieni, di cui, in realtà, si occupa persino la University of Hawaii.

Rifletto e mi chiedo: “E anche fosse?” L’universo visto da qui è pulsante e meraviglioso. Da qualche parte ci deve essere per forza altra vita. Anzi l’Universo stesso è vita!

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Sed ut perspiciatis unde omnis das ist wirklich iste natus.