I am Angela MariaHALEAKALA, THE MOONWALK (part one)
haleakala the moonwalk

Day#2

Haleakala, the moonwalk. Sveglia all’alba, pronta per il moonwalk dell’Haleakala. Ieri discesa “negli inferi” della pancia del vulcano con “pernottamento” sulla circonferenza interna del cratere, dal paesaggio e natura “montana”. Oggi invece si attraversa il cratere, una bella diagonale tra roccia e sabbia di lava. Inizialmente sarà dalla tonalità grigio scuro fino ai colori dell’arcobaleno quando sarò nel cuore, nel centro del cratere stesso. I vari cones segneranno il percorso. Qualche raro silversword darà segno di vita nell’arido deserto di lava.

Per colazione tea usando l’acqua piovana bollita. E ti rendi conto di ciò che è veramente essenziale per vivere: l’acqua innanzitutto. Oggi si devono fare bene i conti. Non troppa per non spaccarsi la schiena, non poca perché si attraversa il deserto di lava. Nessun ruscello, nessuna fonte, nessuna pozzanghera. Oggi pieno sole per ore. D’altra parte, sono nella “casa del sole”, nel cratere dell’Haleakala e oggi lo attraverserò camminando come sulla Luna.

Eccomi in compagnia del rumore dei passi che spezzano l’assordante silenzio. Il sentiero si incunea tra i fianchi dei cones. Silenzio, sole, terra, roccia e sabbia dalla gradazione di nero lavico a rosso fuoco in un arcobaleno che mi accompagna per tutto il giorno. Passo dopo passo attraverso il ventre del cratere. Speriamo che non decida di risvegliarsi proprio oggi. Caro Haleakala, stai dormiente ancora per un po’ ed accompagnami benevolo in questa moonwalk.

Ogni passo, respiro, sorso d’acqua è calcolato. Sto attraversando da un capo all’altro il cratere più grande al mondo. Qualche uccello morto mi ricorda di stare attenta a non perdermi. Sono entrata nel deserto di lava e ne devo uscire. Il primo miglio è avventuroso, il cammino che ho scelto non è il più percorso e quindi devo stare attenta ad ogni precedente traccia. Per fortuna qui non piove e quindi le rare impronte degli scarponi dei rangers si riescono a vedere. Ogni tanto qualche nastro azzurro appeso a cespugli secchi e rocce secolari mi indicano che non mi sono persa.

Ringrazio il mio senso d’orientamento quando devo decidere da che parte andare senza alcuna indicazione da seguire ed eccomi sul sentiero principale. Sono salva! Ora posso godermi il cammino di quella che ho chiamato la valle dell’arcobaleno.

To be continued…

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