I am KinoPADRE KINO A WASHINGTON
statua di padre kino a washington

Dal 14 febbraio del 1965 la statua di Kino – Padre Fondatore dello Stato dell’Arizona – si trova nel U.S. Capitol di Washington. E non a caso in quel giorno ricorre l’anniversario in cui l’Arizona entrò a fare parte degli Stati Uniti d’America.

Una legge degli Stati Uniti del 1864 stabiliva che ogni Stato potesse disporre di due statue per rappresentare i suoi personaggi più illustri. Nel 1930 L’Arizona aveva già collocato la statua del generale J. C. Greenway, sostituita nel 2015 da quella di Barry Goldwater. Il 14 febbraio 1965 vi pose la statua di Padre Kino, unico italiano presente nel Famedio.

Qualche anno prima, nella primavera del 1962, il governatore dello Stato dell’Arizona Fannin aveva creato il Kino Memorial Statue Commitee. Costoro indetterò un concorso fra gli scultori dell’Arizona; lo vinse Susanne Silvercruys. Come riferimento per la sua opera, prese a modello il ritratto della pittrice Frances O’Brien. Ma questa è un’altra storia (raccontata prossimamente in questo blog).

Il giorno dell’inaugurazione l’artista così commentò il suo lavoro. “…immenso fu pure il senso di incapacità a creare quest’opera. Decisi di pregare padre Kino… e credetemi, alla statua non lavorai da sola. Era come se le mie mani fossero guidate e man mano che il lavoro proseguiva sentivo in me crescere sempre più la fede e la sensazione di vivere con lui e per lui.”

La Roman Bronze Company si occupò di eseguire e fondere la statua. Alta un metro e ventitré centimetri pesa circa dieci quintali. Il piedistallo in granito rosa supera il metro di altezza e pesa venti quintali. La scritta è in inglese la cui traduzione è: “Arizona; Eusebio Francisco Kino S.J.; 1945-1711; esploratore, storico, ranchero, fondatore di missioni e apostolo degli indiani”. Io aggiungerei anche agricoltore, come spiegherò in uno dei prossimi posts.

Interessante notare la pianta succulenta a forma di cuore ai piedi di Kino. Chissà che non sia in onore alla giornata degli innamorati del 14 febbraio. Sicuramente anche e soprattutto in onore dell’amore di “padre di famiglia” profuso da Kino nei confronti dei “suoi” indios.

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